Ti presento Massimiliano: Coop Altopiano di Navelli
Ti presento: Massimiliano| Cooperativa Altopiano di Navelli
Il 7 aprile del 1971, Silvio Salvatore Sarra e altri 45 piccoli produttori di zafferano di diversi borghi dell’Altopiano di Navelli, decidono di unirsi in una cooperativa per sostenere la coltivazione dello zafferano ormai senza mercato. Da allora e grazie alla partecipazione dello stesso Sarra alla trasmissione televisiva Portobello, condotta da Enzo Tortora, lo zafferano dell’Abruzzo aquilano comincia ad essere conosciuto ovunque, fino ad ottenere nel 1989 il primato nel mondo, a cui si è aggiunto nel 1991 “l’Atomo d’oro”, come ulteriore riconoscimento per la Cooperativa.
Massimiliano D’Innocenzo, presidente del Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila DOP, durante il periodo autunnale (tra ottobre e prime settimane di novembre) si alza ogni giorno alle 7,00 per esser pronto al sorgere del sole e partire per la raccogliere: “lo zafferano è una faccenda di famiglia, è un rito di cooperazione quotidiano che vede riunirsi parenti e amici. Dopo la meticolosa raccolta dei fiori, si va in casa di qualcuno di noi e si procede con la sfioratura: la separazione degli stimmi dagli stami e dal fiore. Un lavoro paziente a cui tutti partecipiamo”. A Civitaretenga (unica frazione di Navelli) sono 8 le famiglie che coltivano la spezia; una decina quelle di Navelli. La Cooperativa raggruppa 13 comuni dell’aquilano.
Quattro anni fa, la Coop e il Consorzio di Tutela, hanno istituito la Banca dello Zafferano: un concorso per contrastare il calo di produzione e incentivare nuovi produttori di Zafferano dell’Aquila DOP. “Ogni anno in base a dei requisiti specifici, un quantitativo iniziale di bulbi di Crocus Sativus L. vengono offerti a 10 giovani che vogliono avviare per la prima volta un nuovo impianto, come prestito d’onore. Quest’anno abbiamo avuto solo 7 domande, commenta Massimiliano. “La raccolta è la parte più dura del lavoro, dopo l’entusiasmo iniziale per una nuova attività è facile scoraggiarsi ma questo non ci ferma, abbiamo la scorza dura noi abbruzzesi e crediamo nel nostro territorio e nella sua ricchezza”.
Dopo la raccolta e la pulitura è la volta dell’essiccazione, l’ultima operazione della giornata ma anche la più delicata: basta un momento di distrazione per bruciare tutto il lavoro e il guadagno di una giornata. Si prepara con cura la brace sulla quale, a giusta distanza, vengono deposti sul setaccio della farina gli stimmi ancora freschi. Un quarto d’ora circa perché l’aroma cominci a diffondersi e gli stimmi abbiano raggiunto la colorazione rossastra per cui lo zafferano è conosciuto da tutti come “oro rosso”.