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Ti presento: |  Chiara Agriturismo Casa Vallona

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Ti presento: Chiara | Agriturismo Casa Vallona

Questa avventura nasce nel 2014 intorno al sogno di una donna tenace, Chiara Battistini, che ha voluto recuperare le sue radici in questo luogo magico. “Sono titolare dell’azienda agricola.” – dice Chiara – “La mia è una storia di ritorno in Appennino, dato che fino a 18 anni ho abitato in queste zone. Dopo essermi spostata per lavoro verso Bologna e Milano, nel 2014 ho lasciato tutto per avviare questa attività. La scelta è partita piano piano, qui venivo da bambina, c’erano i miei bisnonni, e poi nel tempo sempre meno, ma ogni tanto passavo comunque da queste parti per fare una passeggiata nel podere e mi stringeva il cuore nel vedere questi luoghi meravigliosi in un pietoso stato di abbandono. Quello che abbiamo recuperato ci parla di una vita contadina ormai scomparsa, di tradizioni, di ritmi che ruotavano intorno alle stagioni e al clima. Nel 2014 mi sono decisa a tornare qui utilizzando le nuove tecnologie, soprattutto di comunicazione. Con internet posso richiamare una clientela internazionale, posso raccontare a molte persone questa piccola realtà.”

E continua Chiara: “Il valore più grande di questo progetto è quello dell’incontro, quello tra gli ospiti di Casa Vallona e questa grande ricchezza immateriale. L’anima di chi lavora queste terre, seguendone i ritmi e i cambiamenti, rivive negli oggetti artigianali, nei pozzi scavati a mano, nei solchi delle pietre…a tutto questo si avvicinano gli ospiti di Casa Vallona. Vogliamo raccontare per non fare morire questa eredità.

A livello invece di prodotti, il grano mi dà molte soddisfazioni. Coltiviamo la varietà “Terminillo”, un incrocio fra segale e frumento sviluppato nel 1923 per resistere alla ruggine del grano e al clima montano. Emotivamente però sono molto legata al vino che produciamo: il nostro Barbera è dedicato a mio nonno, si chiama Vincenzo appunto, come lui. Amava molto questo vino, lo reperiva dai produttori che oggi mi affittano la vigna qui a monte San Pietro. Ci ha lasciati proprio nella settimana in cui imbottigliavano. Quello che cerchiamo di ricreare qui è un rapporto simbiotico tra noi e la natura, un equilibrio che ci permetta di escludere diserbanti, fungicidi, pesticidi e altri additivi che inevitabilmente andrebbero ad adulterare il cibo della nostra tavola.”

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