Giornata Internazionale della Donna
La storia connessa alle celebrazioni della Giornata Internazionale della Donna, ricorrente ogni anno l’8 Marzo, risale al 1909 e ha origini americane.
Arrivata in Europa nel 1911 e in Italia nel 1922, la festa della donna più che una “festa” rappresenta l’occasione che ciascuno di noi ha per riflettere su una categoria da sempre ostacolata, che ha dovuto lottare per ottenere ciò che le spettava di diritto e che tutt’oggi subisce discriminazioni, principalmente in campo professionale.
Questo accade a fronte del fatto che alle donne da tempo è riconosciuta una maggiore creatività e resilienza rispetto al sesso maschile.
È proprio grazie a queste loro innate caratteristiche che anche nel settore agricolo le donne stanno dimostrando giorno dopo giorno di essere una realtà sempre più concreta all’interno del nostro Paese.
Le primi agricoltrici in Italia ci sono state a partire dal 1953 e nel 1976 sono diventate anche un movimento di categoria autogestito che esiste tutt’oggi con il nome di Coldiretti Donne Impresa.
Ad oggi contiamo ben 217mila aziende condotte da donne sul totale di 1,32 milioni presenti in Italia.
Sembrerebbe a tutti gli effetti che la nuova frontiera dell’impresa rosa sia infatti proprio l’agricoltura.
Facendo un paio di conti, secondo i dati di Unioncamere del 2016, una impresa femminile su sei si trova in agricoltura.
Le donne agricoltrici sono per la gran parte donne laureate e specializzate che hanno lavorato in diversi settori prima di rivoluzionare la propria vita con una scelta di cambiamento radicale.
Queste sono donne intraprendenti che hanno scelto o di tornare nei campi dove sono cresciute o di aprire una nuova attività spesso partendo da scarse risorse economiche ma piene di passione.
Noi di Coltivatori di Emozioni abbiamo scelto di celebrare questa giornata raccontando alcune delle loro storie.
Come quella di Federica. Lei è la figlia di Pasquale, un agricoltore della nostra rete che a Novali conduce da anni la sua azienda agricola con coltivazioni di olivi, vigneti, ortaggi e arnie.
Cresciuta con gli insegnamenti del padre Federica ha deciso per molti anni di condurre la sua vita all’estero, in Australia.
Le caratteristiche straordinarie tipiche di ogni donna che abbia un legame con il mondo agricolo sono l’amore per la propria terra di origine, l’attenzione alla salubrità dei prodotti e ai processi produttivi, l’impegno a tramandare le culture locali alle nuove generazioni e l’innovazione, una caratteristica determinante dell’imprenditoria femminile.
E questo è proprio il caso di Federica che ha scelto di viaggiare nuovamente tra due emisferi in senso contrario per tornare nelle proprie terre salentine e tramandare le tradizioni agricole ereditate da suo padre Pasquale, entrando conseguentemente anche lei nella nostra rete.
Ma Federica non è la sola.
In generale le donne agricoltrici hanno dimostrato di trovare un maggiore equilibrio tra le sfide del mercato e il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita a contatto con la natura, l’attenzione al sociale, la valorizzazione dei prodotti tipici locali, della biodiversità e il recupero delle piante e degli animali in estinzione.
Quest’ultimo esempio rappresenta proprio la storia di Viviana.
Viviana Leo è un giovanissima ragazza originaria di Sutri che è cresciuta con i racconti del nonno agricoltore su una varietà di fagiolo borlotto ormai scomparsa, il fagiolo La Regina, di cui lui aveva conservato alcuni semi.
Viviana allora decide di studiare e, dopo aver portato a termine con l’Università di Viterbo ricerche storiche e genetiche in collaborazione con ARSIAL, l’agenzia che svolge funzioni di vigilanza sui prodotti di qualità regolamentata (DOP, IGP e bio), è riuscita a ridare una nuova vita e una nuova stirpe al fagiolo La Regina.
Questa scoperta ha forgiato la professionalità della giovane Viviana che da quel momento ha deciso di dedicare la sua vita alla attività agricola rimettendo in sesto l’azienda una volta appartenuta a suo nonno e decidendo di fare della ricerca continua il pilastro portante della sua attività.
Oltre la storia incredibile di Viviana ne esistono molte altre più comuni ma per questo non meno straordinarie.
Le donne infatti sono state da sempre le più audaci promotrici sia di un’agricoltura a basso impatto ambientale e sia del concetto di agriturismo collegato alle loro aziende agricole.
L’esempio perfetto in questo caso ce lo dà Tina, un’altra coraggiosa agricoltrice della nostra rete.
Tina ha deciso di trasferirsi dalla sua originaria città sul mare nel cuore della campagna toscana per vivere assieme al suo compagno il sogno condiviso di una vita a contatto con la natura.
Qui Tina ha deciso con intraprendenza di rimettere in sesto il podere Statiano, acquistato nel 1950 da suo nonno.
Ciò che colpisce della sua storia è che Tina suo nonno non l’ha mai conosciuto ma l’eredità che le ha lasciato è stata molto preziosa e le ha cambiato totalmente il corso della vita.
L’amore di suo nonno per queste terre le deve senza dubbio essere stato tramandato nel codice genetico perché Tina ha deciso non solo di avvisare qui la sua attività agricola ma di ampliare il concetto della sua attività legandolo a quello di un agriturismo.
Oggi l’agriturismo Fattoria di Statiano, con i suoi ospiti diventati spesso suoi amici, e i suoi campi sono ogni giorno una fonte di gioia immensa per Tina.
In generale la figura della donna agricoltrice è una persona che intende ristabilire un sano ed equilibrato rapporto con l’ambiente e una piena e libera espressione delle capacità imprenditoriali caratteristica del suo genere.
Per questo si impegna con metodi di produzione agricola ecocompatibili e mostra particolare attenzione alla salvaguardia della stabilità e alla fertilità dei suoli.
Gabriella per esempio, ha realizzato il suo sogno di produrre vino e di farlo bene, attraverso metodi naturali che rispettino l’ambiente.
La sua Azienda Vitivinicola Santa Clelia è infatti un’azienda completamente biologica.
Gabriella porta con se la fierezza tipica di ogni agricoltrice.
Per lei le donne nelle aziende agricole costituiscono un elemento significativo, in quanto la figura femminile ha rivoluzionato l’attività agricola perché ha esteso le sue potenzialità.
Grazie alle donne non è più semplice ma agricoltura ma anche un’attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole, con le agri-tate, con gli agro-asili, attraverso le fattorie didattiche, gli orti didattici e i percorsi rurali di pet-therapy.
La sua storia è una storia che porta avanti ogni giorno nella volontà di tramandare le tradizioni con nuove sfumature, custodire ricordi e modi di fare, e comunicare il valore della terra come bene primario.
Neppure i mesi di lockdown hanno abbattuto i loro spiriti.
Non si sono perse d’animo e si son date da fare, anche nel momento più buio dimostrando una capacità di risposta immediata all’emergenza e puntando nelle loro aziende sulla creatività e sulla qualità della tradizione.
Auguriamo allora come team di Coltivatori di Emozioni una felice festa della donna a tutte le donne e in particolare a tutte le donne agricoltrici e a quelle che fanno parte della nostra rete.
Essere una donna dedita all’agricoltura vuol dire essere una donna innovatrice, intuitiva e coraggiosa, pronta a vivere nuove esperienze di sinergia tra la natura e l’operato umano e anche grazie al vostro contributo possiamo dar voce alle loro storie e supportarle nella loro crescita.