Comunità, territorio, tradizione ed economia: la canapa di Ripalimosani
Il progetto di Ripalimosani
Siamo sempre alla ricerca di nuove sfide in tutta Italia: per crescere e metterci alla prova, ma soprattutto per far crescere la nostra rete e promuovere i valori in cui crediamo.
Per fare tutto ciò abbiamo bisogno di collaboratori che siano innamorati della terra che abitano e che vogliano salvaguardare le antiche tradizioni italiane. Tra questi il Comune di Ripalimosani e l’associazione Man-hu, con cui abbiamo creato “Quel che passa il convento”, un progetto di agricoltura sociale e recupero di terreni abbandonati di cui andiamo molto fieri e di cui vi vogliamo parlare.
“Quel che passa il convento” nasce nel centro Italia, dentro il piccolo borgo storico di Ripalimosani, un tempo dedito a una fiorente economia che aveva come protagonista la coltivazione della canapa per la creazione di funi e tessuti.
L’unione fa la forza
Affascinati da una tradizione agricola secolare e colpiti dallo stato di abbandono in cui versavano i terreni incolti, abbiamo creato insieme al Comune di Ripalimosani, l’Associazione di promozione sociale “Man – hu” e l’università di Lille un percorso di agricoltura sociale, con l’obiettivo di valorizzare le risorse del territorio e favorire l’occupazione agricola delle fasce più deboli della produzione.
Infatti ‘Quel che passa il convento’ prende vita nel 2018 all’ombra del Convento di San Pietro Celestino V e prevede la riqualificazione di un vecchio canapaio messo a disposizione dal comune. Tramite percorsi formativi nell’orticoltura e nella coltivazione della canapa vuole favorire l’inserimento lavorativo, creare iniziative di formazione rivolte ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie e soprattutto incentivare l’utilizzo produttivo di terreni che altrimenti sarebbero incolti e abbandonati. Tutto questo è reso possibile grazie al recupero di un’antica tradizione come quella della coltivazione della canapa per la creazione di corde e funi.
Uno studio sull’impatto economico e sociale
Per dare valore al progetto è stato avviato uno studio sull’impatto sociale ed economico di Coltivatori di Emozioni sul territorio e la popolazione locale, condotto da Giuseppe Attanasi, ordinario di Economia Sperimentale all’università di Lille (Francia) e docente di microeconomia all’Università Bocconi di Milano. Lo studio vuole validare l’impatto che il nostro progetto ha sulle microeconomie locali dove viene attuato, favorendo l’accumulazione di capitale sociale e rafforzando il senso identitario tra la comunità di Ripalimosani e la sua tradizione agricola e terrena.
Obiettivi
Ridare vita a un borgo e ai suoi terreni abbandonati, produrre reddito, unire una popolazione e rivalorizzare la sua antica tradizione artigianale: sono questi gli obiettivi che vogliamo raggiungere, attraverso principi come la condivisione e la sostenibilità ambientale. E siamo fieri di collaborare con partner che hanno i nostri stessi obiettivi per dare vita a progetti di agricoltura sociale come “Quel che passa il Convento”.