Ti presento: | Davide di Cà du Ferrà
Ti presento: Davide | Cà du Ferrà
La storia di Cà du Ferrà è una storia di vite: “vite” intese come pluralità collettiva ma anche come pianta. “Coltivare una barbatella non vuol dire unicamente mettere a dimora delle nuove piante ma significa dare nuova vita e riaffermare il valore di una storia”, racconta Davide Zoppi.
La storia di Cà du Ferrà nasce esattamente 22 anni fa, a Bonassola in provincia di La Spezia, quando Antonio e Aida decidono di chiudere le rispettive attività e dedicarsi all’agricoltura. Iniziano ripulendo quattro minuscoli fazzoletti di terra, cru storici, in cui un tempo era vignato. Negli anni si sviluppa l’azienda agricola, un agriturismo e l’entusiasmo per un lavoro in cui bellezza e giustizia si coniugano in egual modo, con l’obiettivo di recuperare una piccola zona di biodiversità ligure che merita di essere salvata, riscoperta e promossa. Dopo oltre 20 anni di lavoro, l’azienda agricola, adesso gestita dal figlio Davide, possiede quasi quattro ettari di terreno. Anche la storia di Davide è segnata da un ritorno. Dopo la laurea in diritto internazionale a Milano e la scuola di magistratura decisa, è “folgorato sulla via di Bacco”, una vita che conduce nuovamente a Bonassola, nell’azienda costruita, un ettaro alla volta, dai suoi genitori. Davide non torna da solo, con lui arriva anche Giuseppe, compagno prima marito adesso, con il quale danno un’ulteriore accelerazione all’entusiasmo e al lavoro familiare. Un moto fisico per Davide, del cuore per Aida la cui famiglia, originaria del Sannio beneventano, coltivava vitigni da generazioni. Oggi, grazie al lavoro di tutta la famiglia, Cà du Ferrà esporta le sue etichette in Germania, Austria, Regno Unito e si prepara per affrontare gli Stati Uniti, Svizzera e Nord Europa. La ricerca, l’offerta e la cura si estende anche all’accoglienza e alle esperienze offerte attraverso l’agriturismo. “Partiamo dal presupposto che un’azienda agricola può e deve essere anche un laboratorio di inclusione e di cultura: una bottiglia di vino non è più soltanto un prodotto agroalimentare. Oggi è soprattutto un prodotto culturale, espressione della storia di un territorio”.