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Oleum Mazzola racconta una storia di pura resistenza sin dalla sua fondazione: “al centro di Palermo la mia famiglia possedeva una grande azienda agricola. Durante il Sacco – il sacco di Palermo, la più grande speculazione edilizia avvenuta nella storia italiana ad opera della mafia, tra la fine degli anni 50’ e i 60’ -, i corleonesi hanno espropriato intere zone edificate in stile liberty e barocco, oltre a 3000 ettari di terreni agricoli, per costruire mostruosi complessi abitativi, distruggendo il cuore architettonico della nostra città. Mio nonno non venne ucciso solo perché la persona assoldata era in debito con lui, un debito di riconoscenza. Gli venne “gentilmente” chiesto di lasciare la sua proprietà, in cambio avrebbe avuto un posto in Regione. Lui non accettò e si ritrovò a dover ricominciare tutto daccapo. Così è cresciuto mio padre. Con il desiderio di rifondare una nuova azienda agricola, di riappropriarsi di quella dignità strappata a mio nonno. Nei primi anni del 2000 a Campobello di Mazara, nella zona della Valle del Belice, abbiamo rilevato un fondo di oltre 30 ettari da cui siamo ripartiti.
La famiglia Mazzola produce due cultivar autoctone (varietà di pianta coltivata), 500 litri di Biancolilla e 1600 di Nocellara. La Nocellara del Belice è l’unico prodotto in Europa ad aver ottenuto due DOP per la stessa varietà: “Valle del Belìce” per l’olio e “Nocellara del Belìce” per l’oliva da mensa.
Ai 400 antichi alberi antichi presenti nell’oliveto acquisito, sono stati aggiunti altri 800 olivi, piantati anche grazie all’ottenimento di fondi europei. Dopo 15 anni le nuove piante hanno cominciato a dare frutti. “Certo, per avere degli alberi rigogliosi e a pieno carico dovremo aspettare ancora 15 anni ma compensiamo con le piante più “anziane”, da cui ricaviamo anche 8, 9 cassette ciascuna”. Dato che la Nocellara del Belice ha bisogno di impollinazione perché autosterile, i Mazzola hanno optato per l’utilizzo della Biancolilla, specie autofertile, dal sapore più delicato e profumato ma trascurata nella Sicilia dei sapori intensi.
“Per ora la nostra distribuzione copre unicamente il mercato italiano ma nel tempo entreremo anche in Europa. Già quest’anno siamo stati contattati dall’Olanda e dal Lussemburgo, ad ogni modo preferiamo muoverci un passo alla volta”.
Intanto mi impegno a diffondere la cultura dell’olio: l’olio, al pari del vino, dovrebbe ottenere in Italia – terra di cultivar diversissime da regione a regione – la stessa rilevanza culturale. È l’alimento principe dei nostri pasti quotidiani e alla base della nostra dieta. Inoltre bisogna ricordare che se da 100 chili d’uva si producono circa 80 litri di vino, da 100 chili di olive si producono solo 15 litri d’olio. È tempo di restituire all’olio il giusto merito.
Sostenere l’azienda Oleum Mazzola significa dunque permettere a Manfredi di continuare il suo sogno tramandato dal padre e la sua speranza di fare qualcosa di utile per la sua terra e per la sua famiglia.
Storia
Oleum Mazzola racconta una storia di pura resistenza sin dalla sua fondazione: “al centro di Palermo la mia famiglia possedeva una grande azienda agricola. Durante il Sacco – il sacco di Palermo, la più grande speculazione edilizia avvenuta nella storia italiana ad opera della mafia, tra la fine degli anni 50’ e i 60’ -, i corleonesi hanno espropriato intere zone edificate in stile liberty e barocco, oltre a 3000 ettari di terreni agricoli, per costruire mostruosi complessi abitativi, distruggendo il cuore architettonico della nostra città. Mio nonno non venne ucciso solo perché la persona assoldata era in debito con lui, un debito di riconoscenza. Gli venne “gentilmente” chiesto di lasciare la sua proprietà, in cambio avrebbe avuto un posto in Regione. Lui non accettò e si ritrovò a dover ricominciare tutto daccapo. Così è cresciuto mio padre. Con il desiderio di rifondare una nuova azienda agricola, di riappropriarsi di quella dignità strappata a mio nonno. Nei primi anni del 2000 a Campobello di Mazara, nella zona della Valle del Belice, abbiamo rilevato un fondo di oltre 30 ettari da cui siamo ripartiti.
La famiglia Mazzola produce due cultivar autoctone (varietà di pianta coltivata), 500 litri di Biancolilla e 1600 di Nocellara. La Nocellara del Belice è l’unico prodotto in Europa ad aver ottenuto due DOP per la stessa varietà: “Valle del Belìce” per l’olio e “Nocellara del Belìce” per l’oliva da mensa.
Ai 400 antichi alberi antichi presenti nell’oliveto acquisito, sono stati aggiunti altri 800 olivi, piantati anche grazie all’ottenimento di fondi europei. Dopo 15 anni le nuove piante hanno cominciato a dare frutti. “Certo, per avere degli alberi rigogliosi e a pieno carico dovremo aspettare ancora 15 anni ma compensiamo con le piante più “anziane”, da cui ricaviamo anche 8, 9 cassette ciascuna”. Dato che la Nocellara del Belice ha bisogno di impollinazione perché autosterile, i Mazzola hanno optato per l’utilizzo della Biancolilla, specie autofertile, dal sapore più delicato e profumato ma trascurata nella Sicilia dei sapori intensi.
“Per ora la nostra distribuzione copre unicamente il mercato italiano ma nel tempo entreremo anche in Europa. Già quest’anno siamo stati contattati dall’Olanda e dal Lussemburgo, ad ogni modo preferiamo muoverci un passo alla volta”.
Intanto mi impegno a diffondere la cultura dell’olio: l’olio, al pari del vino, dovrebbe ottenere in Italia – terra di cultivar diversissime da regione a regione – la stessa rilevanza culturale. È l’alimento principe dei nostri pasti quotidiani e alla base della nostra dieta. Inoltre bisogna ricordare che se da 100 chili d’uva si producono circa 80 litri di vino, da 100 chili di olive si producono solo 15 litri d’olio. È tempo di restituire all’olio il giusto merito.
Sostenere l’azienda Oleum Mazzola significa dunque permettere a Manfredi di continuare il suo sogno tramandato dal padre e la sua speranza di fare qualcosa di utile per la sua terra e per la sua famiglia.
Identikit
Nome: Oleum Mazzola
Località: Campobello di Mazara (TP)
Progetto: Sono mesi di siccità. In Sicilia in particolare giugno-settembre sono mesi desertici. La pianta ha già generato i suoi delicati fiori bianchi; solo una piccolissima parte verrà impollinata e si trasformerà in frutto. L’irrigazione è fondamentale per aumentare il numero dei germogli, la superficie fogliare, il rapporto polpa/nocciolo, ecc. Ma è anche una delle fasi più costose e per questo molte aziende scelgono di non fare, a discapito della qualità dell’olio.
Status progetto
Numero accumulati |
5 2 0 |
Status progetto | |
Progetto | Supporto durante la fase dell’irrigazione per migliorare la qualità dell’olio |
Data inizio | 31 Dicembre 2023 |
Data fine | 30 Dicembre 2024 |
Tempo rimanente | |
Stato Progetto | IN PROGRESS |
Legenda progresso | 0-30 Semini
30-45 Semini 45+ Semini |
Progetti precedenti
Numero semini accumulati | 20 |
Progetto | Supporto durante la fase della potatura a vaso libero, una delle poche che non può essere meccanizzata. Manfredi utilizza una delle potature più tradizionali e meno invasive: il vaso libero. Una delle poche che non può essere meccanizzata. L’obiettivo è quello di distribuire la vegetazione ed intercettare la luce uniformemente e assecondare il modo di vegetare dell’albero. |
Data inizio | 11/05/2021 |
Data fine | 10/05/2022 |
Stato Progetto | Chiuso |
Numero adozioni | 0 |
Progresso | |
Data inizio | 31 Dicembre 2023 |
Data fine | 30 Dicembre 2024 |
Tempo rimanente |